L’oratorio è uno spazio educativo che la Parrocchia offre alle giovani generazioni e non solo: “Adattandosi ai diversi contesti, l’oratorio esprime il volto e la passione educativa della comunità, che impegna animatori, catechisti e genitori in un progetto volto a condurre il ragazzo a una sintesi armoniosa tra fede e vita. I suoi strumenti e il suo linguaggio sono quelli dell’esperienza quotidiana dei più giovani: aggregazione, sport, musica, teatro, gioco, studio” (dal documento della CEI Educare alla vita buona del Vangelo n.42).
L’oratorio è indirizzato ai bambini e ragazzi ma è sostenuto da una comunità cristiana adulta che in oratorio dedica il suo tempo e le sue capacità per trasmettere principalmente la fede: l’obiettivo irrinunciabile dell’oratorio infatti è far incontrare i ragazzi con il Signore o, almeno, prepararli e favorire questo incontro attraverso il gioco, l’amicizia, la condivisione e ogni attività, lasciandosi contagiare da chi, crescendo, sceglie di vivere come discepolo del Signore.
Giovanni Paolo II definiva gli oratori come “ponti tra la chiesa e la strada“. In oratorio infatti non ci sono discriminazioni di età, di ceto sociale e nemmeno di religione: è infatti una casa che accoglie e porta sempre aperta a chiunque voglia entrare. L’oratorio educa, forma, è un richiamo a vivere i valori fondamentali della vita che portano a fare scelte evangeliche: prima di essere una struttura, infatti l’oratorio è uno stile, un modo di essere, di comunicare che va al di là delle mura e del cancello.
Come disse Paolo VI, l’oratorio è una necessaria palestra di vita dove la preghiera, l’istruzione religiosa, il gioco, l’amicizia, il senso della disciplina e del bene comune, la letizia e il rigore morale, si fondono insieme per fare dei ragazzi e dei giovani, cristiani forti e coscienti.
Le Suore Figlie dell’oratorio, si legge nelle Costituzioni, “secondo il carisma originario dell’Istituto, si dedicano alla promozione umana e cristiana della gioventù e sull’esempio di San Filippo Neri che il Fondatore ha proposto loro come modello, sono chiamate a svolgere il compito educativo, in un clima di semplicità e di gioia non lasciando intentato alcun mezzo per operare tra la gioventù tutto il bene possibile. Nell’oratorio operano per l’educazione dei ragazzi e dei giovani: si propongono di essere figure di riferimento che accompagnano e orientano il loro cammino di crescita umana, cristiana e vocazionale”.
L’accoglienza, la semplicità, la giovialità e lo spirito di famiglia, sono le caratteristiche proprie dello spirito dell’oratorio nel carisma delle Figlie dell’Oratorio le quali, accanto al gesto di attenzione al bisogno fisico, intellettivo e di affetto verso i ragazzi, non mancano le occasioni per richiamare, correggere, educare ai veri valori che rendono bella la vita e fanno crescere nel rispetto reciproco.
Ogni realtà parrocchiale, impegnata nella ricerca di una risposta all’emergenza educativa di ogni tempo, può trovare negli oratori una risorsa e un mezzo importanti se vissuti come luogo di crescita e di formazione e non solo come un parco-giochi sorvegliato.
Risuonano sempre attuali le ultime parole pronunciate da san Vincenzo prima di morire: «La via è aperta: bisogna andare». Non sappiamo bene cosa lui intendesse, ma di certo è un invito ad andare verso i giovani, sempre bisognosi, oggi come ieri, per stare in mezzo a loro e costruire relazioni superando l’irresponsabilità, l’individualismo, la timidezza educativa e apostolica, che può colpire chiunque.
La passione per il Regno dei Cieli e la dedizione verso l’umanità che i Santi ci hanno dimostrato aiutino ogni realtà parrocchiale a vivere in pienezza il proprio Battesimo, facendosi compagna di viaggio e testimoniando la gioia del Vangelo.
(testo di Sr. Daniela Catellani, FdO)
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