Israele. Infermiere arabo recita lo Shemà Israel per un ebreo che sta morendo di Covid
Maher Ibrahim ha accompagnato il paziente nei suoi ultimi istanti con la preghiera ebraica più sentita. La figlia dell’uomo deceduto: «E’ da questi gesti che comincia la pace»
Si dice che quando Gerusalemme sarà in pace, il mondo sarà in pace.
Quando un infermiere arabo legge a un ebreo morente di Covid lo “Shemà Israele” («Ascolta Israele il Signore è nostro Dio. Il Signore è uno. Benedetto il Suo nome glorioso per sempre. E amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore…”), cioè una delle preghiere liturgiche più care e importanti degli ebrei, è come dire montagne di siano spostati per abbracciarsi.
Viene da chiedersi quanto l’odio tra ebrei e musulmani sia solo di origine religiosa o storica e quanto sia alimentata da una cultura e da una economia di guerra, perché nessun altro conflitto produce profitti così prolungati e stellari come quello che vede gli arabi musulmani fondamentalisti armati contro il resto del mondo e il “mondo libero” armare Israele e difendere la libertà e la democrazia.
Quanto c’è di vero in questa visione del mondo e quanto ci è nascosto dietro che non ha nulla a che fare con la libertà e con la pace.
Gesto come quello dell’infermiere arabo mostrano non solo che la pace è possibile ma che è anche l’anelito più universale che esista nel cuore umano.
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