Le voci che si sono levate per protestare non hanno risparmiato toni drammatici. Si è parlato di «decisione spietata»; si è detto che lo «sciagurato Motu proprio» in questione «rivela un disprezzo profondo verso i sacerdoti e i fedeli che frequentano abitualmente o saltuariamente la Messa antica» e si è visto in esso «la decisione del cattivo pastore, che sta facendo di tutto per scacciare le pecore fuori dal gregge, incurante dei loro bisogni e della loro sensibilità. In barba all’unità nella diversità» («Nuova Bussola Quotidiana»). Addirittura il provvedimento pontificio è stato paragonato alla croce, su cui il rito latino – implicitamente identificato con Cristo –, veniva crocifisso! (ivi).
Ma è veramente così alta la posta in gioco? E, in caso di risposta affermativa, in che senso?
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