Nell’approssimarsi della Pasqua ritorna puntuale l’episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio da parete di Gesù.
Non è solo una questione di profanazione del sacro. Non è solo una questione di denaro e di sfruttamento del sacro per fini di guadagno.
In ogni angolo del cuore umano, di ogni uomo, anche di chi non crede, vi è sempre la tentazione nascosta di pensare di poter mercanteggiare la propria salvezza, comunque la si concepisca – mondana o ultraterrena – o con una promessa o con l’offerta di denaro o con uno scambio di favori… O altro ancora.
Poi ci sono coloro che si chiamano atei solo perché evitano, in blocco, il prezzo della responsabilità di dare un senso positivo a questa vita e sentirsi responsabili degli altri. Anche loro sono mercanti dal sacro. Hanno barattato Dio per non portarne la responsabilità.
A questi finti atei sono da preferire quelli che lo sono perché onestamente convinti, nella loro coscienza, che Dio non esista.